Gentile Ministra Severino...
Pollone 8 dicembre 2016
Gentile Signora Severino,
mi chiamo Costante (nome) Giacobbe, ho 62 anni, abito in
provincia di Biella, tra il Piemonte e la Valle d’Aosta. Sono – da 12 mesi –
dipendente della Regione Piemonte - Direzione Agricoltura, ma sono stato quasi
35 anni all’Ufficio agro-forestale di una Comunità Montana.
Mi perdoni l’intromissione. Mercoledì scorso ho seguito un
corso on line per la formazione del personale relativo alla “Legge Severino” e
alle sue implicazioni per i pubblici dipendenti. Mi sono decisamente annoiato. Ho
fatto il test di apprendimento: tutto bene.
Tornando a casa mi chiedevo 2 cose: 1) chi sarà il Signor
Severino (non me ne voglia) 2) servirà davvero questa legge?
Alla prima domanda, girando in rete, ho trovato subito risposta
e mi sono ricordato della “ministra del governo Monti”. Alla seconda ho dovuto
pensare di più, tanto che ho deciso di scriverLe.
Alcune settimane fa, amici, mi hanno caldamente consigliato
di rileggere - dopo quasi 50 anni… - “I Miserabili” di Victor Hugo. Per una
volta sono stato ubbidiente e devo ringraziare molto l’insistenza di quelle
persone.
Mi permetto pensare che potrebbe essere utile anche a Lei,
così incollo un brano del libro. Siamo alla PARTE SECONDA, LIBRO OTTAVO, CAPITOLO III. Madre innocente.
La Madre superiora del Convento del Petit Picpus è a
colloquio con M. Fauchelevent, il giardiniere, che le suore chiamavano Papà Fauvent.
In gran segreto la donna confida all’operaio che quella mattina era morta una
vecchia e santa suora: madre Crocefissione... Vediamo.
«Adopererete una sbarra di ferro.»
«Sì ma...»
«Toglierete la pietra colla sbarra,
per mezzo dell'anello.»
«Ma...»
«Bisogna ubbidire ai morti. Essere
sepolta nel sepolcro sotto l'altare della cappella, non essere portata in suolo
profano e restare, morta, dove ha pregato, viva, ecco il voto supremo della
madre Crocifissione. Ce l'ha chiesto, che è quanto dire comandato.»
«Ma è proibito.»
«Proibito dagli uomini, ordinato da
Dio.»
«E se si venisse a saperlo?»
«Noi ci fidiamo di voi.»
«Oh, per me, io sono una pietra del
vostro muro.»
«Il capitolo s'è riunito. Le madri
vocali, che ho nuovamente consultato or ora e che stanno deliberando, hanno
deciso che la madre Crocifissione sarà, secondo il suo voto, sepolta nel suo
feretro, sotto il nostro altare. Pensate, papà Fauvent, che cosa avrebbe, se
qui dovessero compiersi miracoli! Quale gloria in Dio per la comunità! I
miracoli escono dalle tombe.»
«Ma, reverenda madre, se l'agente
della commissione d'igiene...»
«San Benedetto II, in tema di sepolture,
ha resistito a Costantino Pogonato.»
«Però, il commissario di polizia…»
«Conodemaro, uno dei sette re
germanici che entraron nelle Gallie sotto l'impero di Costanzo, ha
esplicitamente riconosciuto il diritto ai religiosi d'esser sepolti in luogo
sacro.»
«Ma l'ispettore della prefettura...»
«Il mondo non è nulla, davanti alla
croce. Martino, undicesimo generale dei certosini, ha dato al suo ordine questo
motto: Stat crux dum volvitur orbis.»
«Amen,» disse Fauchelevent, sicuro
in quel modo di cavarsela ogni volta che sentiva parlar latino.
Per chi ha taciuto a lungo, un
qualunque pubblico basta... La superiora, costretta di solito al bavaglio del silenzio
e col serbatoio pieno fuor di misura, s'alzò ed esclamò colla irruenza d'una
chiusa che venga alzata: «Ho alla mia destra Benedetto e alla mia sinistra Bernardo.
Chi è Bernardo? È il primo abate di Clairvaux; Fontaines, in Borgogna, è il
benedetto paese che lo vide nascere. Suo padre si chiamava Tigellino e sua madre
Alezia. Esordì a Cîteaux, per finire a Clairvaux, fu ordinato abate dal vescovo
di Châlon-sur-Saône, Guglielmo di Champeaux, ebbe settecento novizi e fondò centosessanta
monasteri; abbatté Abelardo al concilio di Sens, nel 1140, e Pietro di Bruys ed
Enrico, suo discepolo, e un'altra specie di fuorviati, che si chiamavano gli Apostolici;
confuse Arnaldo da Brescia, fulminò il monaco Raul, l'uccisore dei giudei,
dominò nel 1148 il concilio di Reims, fece condannare Gilberto della Porée, vescovo
di Poitiers, fece condannare Eone della Stella, compose i dissidî dei principi,
illuminò il re Luigi il Giovine, consigliò il papa Eugenio III, diede regola ai
Templari, predicò la crociata e fece durante la sua vita duecentocinquanta
miracoli, dei quali perfino trentanove in un sol giorno. Chi è Benedetto? È il
patriarca di Montecassino, il secondo fondatore della santità claustrale, il Basilio
dell'occidente. Il suo ordine ha prodotto quaranta papi, duecento cardinali,
cinquanta patriarchi, milleseicento arcivescovi, quattromila seicento vescovi,
quattro imperatori, dodici imperatrici, quarantasei re, quarantun regine,
tremila seicento santi canonici e sussiste da millequattrocento anni. Da una
parte san Benedetto, dall'altra l'ispettore della polizia urbana! Lo stato, la
polizia urbana, le pompe funebri, i regolamenti, l'amministrazione. Che
sappiamo, noi, di queste cose? Chi potesse vedere, sarebbe indignato di
scorgere in qual modo ci trattano: non abbiamo neppure il diritto di dar la
nostra polvere a Gesù Cristo! La vostra igiene è un'invenzione rivoluzionaria.
Dio sottoposto al commissario di polizia: ecco il secolo. Silenzio, Fauvent.»
Fauchelevent, sotto quella doccia,
non si sentiva troppo a suo agio. La superiora continuò:
«Il diritto
del monastero alla sepoltura non è messo in dubbio da nessuno: rimangono a
negarlo solo i fanatici e gli eretici. Viviamo in tempi di confusione
terribile, in cui s'ignora quel che bisogna sapere e si sa quel che bisogna
ignorare; si è ignoranti ed empi. Vi sono in quest'epoca taluni che non fanno
distinzione fra il grandissimo santo Bernardo e…
…Si
perseguitano i santi e si chiudon gli occhi davanti alle verità: così le
tenebre sono un'abitudine. Le bestie più feroci sono quelle cieche. Nessuno
pensa più sul serio all'inferno: oh, che popolo malvagio! In nome del Re,
significa oggidì in nome della Rivoluzione. Non si sa più quel che è dovuto, né
ai vivi né ai morti: è proibito morir santamente e il sepolcro è una faccenda
civile…
… La
superiora tirò il fiato, poi si volse verso Fauchelevent:
«È detto, papà Fauvent?»
«È detto, reverenda madre.»
«Si può contare su di voi?»
«Ubbidirò.»
«Sta bene.»
«Sono interamente consacrato al
convento.»
«Siamo intesi. Chiuderete il feretro
e le suore lo porteranno nella cappella. Verrà detto l'ufficio dei morti e poi
rientreremo nel chiostro; tra le undici e mezzanotte, verrete colla vostra
sbarra di ferro. Tutto si svolgerà nel più gran segreto: vi saranno nella
cappella solo le quattro madri cantore, la madre Ascensione e voi.»
Loro, le sante donne, violavano la legge perché riconoscevano
una Legge più alta. Ho in mente che, se non si riconosce una Legge più alta,
qualunque norma è dottrina cristallizzata, per certi aspetti “ridicola”,
soprattutto nel nostro campo, perché sulle gomme da neve dopo il 15 novembre,
nessuno si scalderà troppo...
Sono stato pubblico dipendente per un bel po’ di anni - lo
sono ancora -, senza conoscere (perdoni l’ignoranza) l’esistenza dell’articolo 54
della Costituzione: tutti i cittadini
hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione
e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di
adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti
dalla legge.
Il docente che illustrava, nel corso, l’articolo, faceva una
stucchevole differenza tra cittadini normali e funzionari pubblici rimarcando la
questione della “disciplina e dell’onore”. Se uno fa il radiologo in Svizzera
(mi è venuto in mente uno del mio paese) o il venditore di auto, potranno, il
primo perché lavora all’estero, il secondo perchè non è un pubblico dipendente,
svolgere la professione senza disciplina
e onore? Siamo tutti solo corrotti o seguaci di Javert? per restare ai
Miserabili?
Scandalizzo qualcuno se dico che faccio il funzionario
regionale esattamente come farei l’autista del camion del caseificio? Mi
fermerei qualche minuto a prendere il caffè senza vergogna, e denuncerei, senza
il minimo piacere, chi aggiunge l’acqua al latte. Farei attenzione a non
rovinare il mezzo, né i rapporti tra la dirigenza e i soci. Non porterei a casa
10 litri di gasolio, ma, se un giorno fossi a secco, ne prenderei 2 o 3.
Esattamente come a casa mia: non è questa la moralità?
La Costituzione poi, come ci viene imposta? Non ho spasmodicamente
desiderato nascere in questo Paese - cui voglio bene e male, come ne vorrei
alla Bielorussia o alle Isole Tonga se fossi venuto al mondo là - che si era
dotato di una costituzione prima che io venissi al mondo, adesso la devo
rispettare “per forza”? Almeno il Battesimo lo chiedono i genitori, il padrino
e la madrina (che rappresentano la comunità fedele), e si impegnano a viverlo e
a insegnare al piccolo i principi della vita cristiana… Raggiunta l’età della
ragione, non mi si poteva illustrare la
costituzione francese, italiana ed elvetica - per non andar lontano e non confondermi
- e poi chiedermi a quale volessi sottopormi? Perché devo – a prescindere - essere
fedele alla Repubblica?
Sono stato molto nella pubblica amministrazione, nessuno mi
ha mai offerto qualcosa di più del panettone a Natale o un pranzo veloce di
lavoro, che ho accettato con piacere: certo avevo una carica “bassa”. Dopo il
corso, so che non ho infranto la legge! Sino a 6/7 anni or sono non ho mai
sentito dire che un dipendente (o un amministratore) abbia chiesto soldi per
far (o non far) quel che deve. Quando, insistentemente, ho sentito, erano “voci”
e non avevo nulla in mano per denunciare: l’avrei fatto? Credo di si, ma non perché ho fatto il corso
e superato il test.
A questo punto potrebbe chiedermi: …va beh, Giacobbe, le
chiacchiere sono finite, fosse stato al mio posto, come avrebbe fatto con la
legge? A parte che non avrei accettato per mancanza di capacità politica e di
cultura giuridica: sino all’altro giorno non sapevo nemmeno l’articolo 54… L’unica
cosa che mi riesce dire è una aforisma che mi ha sempre colpito: «Il mondo cambia se vede un pezzetto di mondo
cambiato». Questo responsabilizza tutti, non lascia spazio all’odio e
all’insulto e… richiede un tempo interminabile… che Lei non aveva. Quindi
lasciamo stare la domanda.
Mi scusi il tempo che Le ho fatto perdere se è arrivata sin
qui. La saluto e le auguro ogni bene per la nuova importante carica che
l’Università LUISS Le ha conferito.
Suo.
Costante Giacobbe
Commenti